giovedì 15 marzo 2012

Il bottone di Birkenao

Il Museo del Bottone di Santarcangelo ha tantissimi reperti che sono testimoni di avvenimenti che hanno cambiato la storia del mondo.
In occasione del giorno della MEMORIA DELLA SHOAH il 27-01-2012 Il Museo mette in primo piano un bottone che è stato trovato a BIRKENAO, nel campo di concentramento in Polonia, a tre km da AUSCHWITZ. Il campo di Birkenao è lungo poco meno di tre km e largo due km. 
Per “… la risoluzione finale del problema ebraico …. “ il tema di Hitler eseguito da Himmler, in quel campo, suddiviso in 49 sottocampi, per accelerare la risoluzione finale, vi erano quattro camere a gas e quattro forni crematori. Solo in quel campo, è il caso di dire, si sono volatilizzati 1.100.000 internati. Quando i tedeschi hanno capito che non potevano più difendere quelle posizioni, stavano per arrivare i russi, hanno dato fuoco a tutto, compreso le baracche. Dovevano eliminare il più possibile le prove del loro tremendo misfatto. I polacchi hanno lasciato, giustamente, ancora oggi il campo come lo hanno lasciato i tedeschi nel 1945. I deportati arrivavo sul posto dopo che il treno, entrato nel campo, percorreva ancora due km, ove dovevano scendere. Il viaggio era finito.  Lì vi era tutto quanto necessario per la risoluzione finale. La visita al campo parte dalla porta di entrata, e si fanno a piedi i due km lungo i binari avendo sia a destra sia a sinistra un km di baracche bruciate.
Un mio carissimo amico, non posso fare il nome, con la sua ragazza, all’ inizio di novembre è stato a BIRKENAU. Visitando il campo, non hanno fatto il percorso turistico. Si sono inoltrati fra le baracche bruciate. Visitando una baracca, sotto ad un cumolo di sabbia, vi era un' anfora rotta, che aveva disperso parte del suo contenuto. Vi era anche un bottone, che non visto lo ha preso e me lo ha consegnato. Il bottone è di vetro, probabilmente di Boemia, convesso lavorato da una greca, di un bellissimo blu chiaro. La greca era decorata in oro e smalto bianco. Da una parte si nota che il vetro era diventato molle dal fuoco e poi si è indurito. In quel momento la decorazione di oro e smalto è evaporata. Ve ne sono rimaste diverse tracce, che evidenziano bene la natura del decoro. Negli anni 1930 erano i ricchi europei che portavano i bottoni in vetro con smalto e oro. Si presume che quel bottone fosse appartenuto ad una ricca ebrea.
Al Museo vi sono due bottoni in vetro e oro di quell’ epoca. Nella didascalia del quadro esposto, ho scritto il commento del bottone, che lui mi ha suggerito: spero che nessun altro bottone al mondo debba vedere quello che ho visto io.
In questo periodo le visite guidate sono concentrate sui tantissimi bottoni della memoria, testimoni di avvenimenti che hanno cambiato il mondo. Ecco solo alcuni avvenimenti di questo percorso: si parla della prima guerra mondiale; della prima attraversata in aereo dell’atlantico; delle milizie fasciste e nazista; della seconda guerra mondiale: della famosa Corazzata tedesca Bismark, lo sbarco in Normandia; dell’ inizio della TV; della guerra fredda con la crisi di Cuba degli anni 1960 e la distensione degli anni 1970 fra USA e URSS; delle brigate rosse; dell’attacco degli estremistici islamici all’America; del Muro di Berlino e della fine degli imperi comunisti della Russia e della Iugoslavia. I bottoni sono testimoni di questi avvenimenti.
Grazie per l’attenzione
Giorgio Gallavotti
Santarcangelo 23-01-2012 

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