martedì 17 aprile 2012

Manifesto 1

Il blog si chiama "I bottoni al museo". Il titolo è stato indicato appositamente per far capire alla gente che i bottoni non sono i protagonisti del Museo, ma le storie che raccontano. Entrando al Museo si vedono una quantità enorme di bottoni. Se noi leviamo le didascalie la visita si orienterebbe sul bottone bello o brutto, di moda o fuori moda, di curioso o di buffo, oppure io quello lo avevo su un cappotto o mi sono sposato ecc. 
Il Museo non serve per questo, serve per raccontare la storia e le storie della gente. 
Questo è uno dei otto manifesti  del Museo. Ogni tanto ne presenteremo qualcuno descrivendo le storie che i bottoni raccontano.
In alto a destra la sig. ra Perly, famosa in Inghilterra. Per l’anniversario della sua congregazione (Associazione umanitaria) è degnamente addobbata di bottoni made in Britain, Marzo 1973. I membri dell’associazione portano vestiti completamente pieni di bottoni, per farsi notare, quando scendono in strada per chiedere l’obolo per la loro associazione.
Bottone in lega metallica della seconda metà del 1800. La figura rappresenta il leggendario moschettiere D’Artagnan. Charles de Batz de Castelmore d'Artagnan o semplicemente D'Artagnan (tra 1611 e 1615 – 25 giugno 1673), morto nell’assedio di Maastricht. In questa città vi è una via dedicata a lui. D’Artagnan era capitano delle guardie regie e l’uomo di fiducia, di Luigi XIV, il famoso Re Sole ( 1638 –1715). Quando vi erano dei problemi delicati  alla corte di Francia era sempre D’Artagnan che li doveva risolvere. Alexandre Dumas (1802 - 1870) è stato uno scrittore e drammaturgo francese, ha scritto il romanzo dei  moschettieri quasi 200 anni dopo, mettendo nero su bianco, tutte le avventura di questi capitani di ventura. Un furbone.
Il gatto. Bottone in lega metallica 1800 inciso a mano, pieno di particolari: Lo specchio  in acciaio o ematite -  il gatto che si guarda nello specchio -  la finestra aperta -  la tenda con il merletto, che vola -  nella parete della finestra la tappezzeria fiorata - a sinistra vicino al bordo, a metà dello specchio, due barrettine, è il battiscopa che divide il pavimento dal muro.
Allegoria del  corteggiamento. Lega metallica 1700. Il bottone ha una corona di chiodi, in acciaio e carbonio, martellati con il martello fino a quando hanno preso la forma del diamante. Poi inseriti ognuno nel loro buchino (alle ore tre manca un chiodo, così vedete la tecnica di montaggio) e lucidato innumerevoli volte. 250 anni fa quando non era ossidato, quel bottone sembrava un bottone di metallo con tanti diamanti come guarnizione. Il 1700 era l’ epoca dell’ illuminismo in cui tutto doveva brillare, non solo la mente, ma anche le cose materiali.
La lavorazione dei chiodi (cut-steel acciaio martellato) era la lavorazione caratteristica del 1700.
Bottone in metallo, seconda parte 1800 raffigurante Artù, Re dei Bretoni, con la sua  armatura. Leggendario   sovrano (sec. VI-VII) della Britannia meridionale.
Secondo l’Historia Brittonum  di Nennio  (VIII sec.) avrebbe resistito con i suoi sudditi, di civiltà romana,  agli invasori  sassoni. Intorno alla figura di Artù si impernia il ciclo di leggende e tradizioni della “Tavola Rotonda “
Bottone in argento e ottone, 1800.  Napoleone  (1769 – 1821) e  Maria Luisa d’ Austria (1791 – 1847), hanno avuto un figlio proclamato alla nascita, Duca di Reichstadt e Re di Roma (1811 – 1832). Morto giovanissimo di tisi.
Il bottone ha preso il nome di Aiglon molto ricercato dai collezionisti. L'Aiglon è un'interpretazione lirica, in chiave amletica, di Edmond Rostand, del dramma del figlio di Napoleone. Sarah Bernhardt, che aveva 56 anni, interpretò la parte del giovane.
Maria Antonietta. Prima parte del 1800. Miniatura sotto vetro con cerchio dorato, montata su ottone con otto zaffiri bianchi e otto rosette di metallo.
Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, Regina di Francia - (Vienna 1755 - Parigi 1793) figlia di Francesco 1° (1708 – 1765) e di  Maria Teresa d ‘Austria (1717 – 1780) ,  sposò nel 1770 il futuro Luigi XVI, dal quale ebbe due figli. Divenuta regina in breve tempo, non fu ben vista dal popolo e da buona parte della corte. 
Scoppiata la Rivoluzione tentò di fuggire 1791 a Varennes. Ricondotta a Parigi, Maria Antonietta fu imprigionata, prima nel Tempio, poi nella Conciergerie e ghigliottinata il 16 ottobre 1793.
Dopo la Rivoluzione Francese vi è stata la Restaurazione. I nobili, che avevano salvato la testa portavano i bottoni con i personaggi della Rivoluzione Francese. Quando avevano i bottoni con i personaggi della Corona era un elogio alla Monarchia, quando portavano quelli dei Rivoluzionari era il disprezzo della Rivoluzione. Al Museo vi sono tre bottoni con la figura di Maria Antonietta, ma i collezionisti hanno quelli di Robespierre, Marat, Danton, Luigi XVI ed in due versioni il Cappello della Libertà, che Luigi XVI aveva lanciato al popolo come segno di pace. Hanno aggiunto al gruppo anche Giovanna D’Arco. Era vissuta lontano dalla rivoluzione 1412 – 1431, ma era stata considerata la capostipite della rivolta verso il potere precostituito e l’avevano inserita in quell’elenco.
Bottone a cuore metà del 1800. Micro mosaico tipo Ravenna o bizantino. Le tessere in smalto, incollate su ceramica sono distaccate una dalle altre. Sono racchiuse come in una scatolina scoperta, sormontata da una cresta  d’argento.
Nell’angolino a destra l’autore del Museo in punizione così impara.

2 commenti:

  1. Sono meravigliosi. Se non fosse palesato che son bottoni potrebbero passare per sculture da appendere in casa propria!

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  2. giorgio gallavotti22/04/12, 21:44

    A quell' epoca i bottoni li facevano i migliori artigiani ed erano nel loro campo dei veri artisti. Grazie per essere passata dal questo nostro blog ( Io e la Claudia . Fra non molte ne metteremo altri di post. Vi sono ancora sei manifesti.

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