martedì 23 settembre 2014

Anni 1970

Gli anni settanta sono passati alla storia come gli anni di piombo. Con le Brigate Rosse abbiamo avuto circa 3000 fra gambizzati e feriti e 150 morti fra cui Moro e la sua scorta. Sono passati anche come gli anni del Jeans. Gli stilisti hanno caratterizzato quegli anni con la moda del jeans, portato da un alto numero di persona di tutti i ceti sociali. Era pericoloso far vedere il proprio stato sociale. Il jeans veniva indossato da Agnelli come dal suo operaio.
Agnelli portava quello firmato. Bottoni di Versace e Coco Chanel in metallo e smalto. 
Il jeans più gettonato firmato erano i Levi Strauss 
Moltissime firme venivano imitate con piccole differenze. La gente non se ne accorgeva quasi mai. 
L’operaio portava il jeans generico, che casualmente i bottoni rappresentavano proprio lo specchio dei tempi. I bottoni erano tutti di piombo. I terribili anni, passati alla storia come gli anni di piombo.
Con le Brigate Rosse abbiamo avuto 3000 gambizzati, 150 morti fra cui il Segretario  della DC Aldo Moro  1916 – 1978 e la sua scorta.  Ci si  poteva trovare nel  posto sbagliato nel momento sbagliato ed erano guai grossi. 
Mentre noi avevamo una mezza guerra civile, per fortuna, nel mondo era finita la guerra fredda fra USA e URSS ed è iniziata la distensione. Nixon, Presidente degli Usa, dal 1969 al 1974, nel 1972, dopo la Rivoluzione Russa del 1917, è stato il primo Presidente USA che è   volato a Mosca. Nel 1975 nello spazio vi è stata l’ unione fra le due navicelle spaziali USA-URSS. 
La simbologia delle due potenze mondiali di allora, su un bottone, è stato un grande messaggio di pace e fratellanza fra i popoli. E’ in assoluto il mio preferito: la pace nel mondo è la cosa più sublime per cui dobbiamo lottare. 
Un altro bottone è passato alla storia, tutta italiana di quegli anni: è il bottone da loden di pelle incrociata. Si diceva “ .. chi porta il loden è di sinistra, chi non lo porta è di destra.. “  Molti lo portavano perché era un capo molto pratico. 
Bottone di metallo 1970 con la simbologia della Repubblica Italiana di un Istituto Tecnico ove il personale portava ancora la divisa.
Questo bottone rappresenta l’ ultimo baluardo del bellissimo mondo del dopo guerra fino al 1968, ove ognuno aveva il suo nome, il suo posto ed il suo lavoro. Le città per la settimana di ferragosto erano desolatamente vuote, tutti in vacanza. Con la razionalità del buon senso della politica eravamo diventati un stato moderno ed industriale ed eravamo entrati in tutti gli organismi più importanti dell’ Europa e del Mondo. L’ Italia era diventata una potenza moderna ed industriale: rispettata, copiata ed invidiata. 
Dopo il 1968 a quel solido castello di nome Italia, in cui gli italiano erano soddisfatti, è subentrata la irrazionalità della non politica. Si sono tolti i primi mattoni, con il voto politico e da quel momento ogni giorno crolla qualche muro ed ora ci sono solo le macerie.
Lo stilista non per niente ha disegnato la bussola perché gli anni 1970 con tanti morti, feriti e 13 diverse Presidenze del Consigli in 10 anni, qualcuno poteva non capirci più nulla. 
Era anche il periodo in cui Marco Pannella ha iniziato le sue campagne di digiuno: nel 1975 per quella della legalizzazione delle droghe leggere. I tempi stavano cambiando rapidamente e i bel e sicuro castello stava crollando. 
Purtroppo nel mondo i popoli sono di tutti i tipi e di tutte le razze. Il 1975 si era aperto, da una parte dell’ umanità con prospettive di pace, ma nel 1972 era già iniziata un’altra guerra pericolosissima  alle Olimpiadi di Monaco 1972. Il primo attacco dell’ estremismo islamico al mondo occidentale. Da quel momento in  tutto il mondo ci si può trovare nel posto sbagliato nel momento sbagliato. 
A Monaco sei Fedain di Settembre nero hanno sequestrato nel villaggio olimpico ed ucciso 11 atleti israeliani. I tedeschi hanno ucciso tutti i Fedain, ma è morto anche un tedesco.
Ora quasi tutti giorni alla TV ci raccontano che qualcuno si è fatto esplodere, uccidendo tante persone e rendendone infelici tante altre, magari a tutti loro non sarebbe interessato nulla né di politica e né di religione. La parola chiave è: si fanno esplodere, della loro vita non se ne fanno nulla,  possono sempre creare dei drammatici problemi a tutta l’ umanità 
Chiudiamo questo post sugli anni 1970 con una trasmissione televisiva gettonatissima ed innovativa. La trasmissione di Portobello condotta da Enzo Tortora dal 1977 al 1982. Una trasmissione innovativa  che si  differenziava dall’ ombelico della Carrà, dalle gambe delle sorelle Kessler e da “Lascia o raddappia ?”  di Mike Bongiorno, che avevano dominato sul piccolo schermo agli inizi delle trasmissioni Televisive 
Enzo Tortora aveva creato un mito di Londra con la straordinaria via di Portobello, ove tutti i giorni si vendeva l’antiquariato, con la mitica frase il Big Ben ha detto STOP. Questa frase la pronunciava quasi alla fine della trasmissione quando all’ inizio della trasmissione, gli inventori spiegavano ai telespettatori  i loro brevetti.  Li vendevano attraverso un numero telefonico sempre in TV . Alla fine delle transazioni la  frase rimasta nella storia “ Il Big Ben ha detto stop” Aveva anche un pappagallo ed alla fine della serata delle ragazze dovevano fargli dire Portobello, ma nessuna ci è riuscita. La gente si divertiva tantissimo, commentava le invenzioni a volte anche irrealizzabili ed assurde. Questa trasmissione è stata molto gettonata e premiata dai telespettatori.
Purtroppo Enzo Tortora è finito negli ingranaggi della irrazionalità del non buon senso politico, è stato processato. Condannato innocente  è morto per un male incurabile.
Poco tempo fa, estate 2014,  il giudice che lo ha condannato ha chiesto scusa perché aveva commesso un errore. Intanto lui ha fatto carriera ed è stato premiato da quella politica. 
Chiudo questo post dicendovi che il 26-27 set. 2014 a Viterbo vi sarà il 5° Convegno Internazionale della Associazione Nazionale dei Piccoli Musei. Io sarò ancora un oratore ufficiale portando il saluto a nome della Associazione a tutti gli intervenuti.

Giorgio Gallavotti – Claudia Protti 

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