lunedì 14 maggio 2012

LA NASCITA DI UN MUSEO “intervista“

Dopo una visita al Museo, Chiara Marra mi ha inviato per una sua intervista da inserire su Ciao!, una serie di domande che se avessi risposto al completo avrei scritto un libro. Il bottone ha una infinità di facce di lettura e basta una domanda particolare per scrivere o parlare tantissimo  per rispondere completamente, sotto tutte le sfaccettature.  Nelle risposte alle domande mi sono limitato a descrivere le cose essenziali per la risposta.
Un esempio la domanda sulle grotte e sul muro di Berlino. Sulle grotte avrei potuto raccontare la storie delle 150 grotte di Santarcangelo, per 5 km.. Sul Muro di Berlino, il diario di quei tre giorni . 
Ringrazio la Chiara per la particolarità delle domande dell’ intervista, ma anche per la bellissima ed interessante introduzione. Ha espresso veramente lo spirito del Museo. Un Museo che non è da vedere, perché si vedono bottoni, ma d’ascoltare le loro storie che i bottoni raccontano: il Museo viene raccontato.
Introduzione di Chiara Marra
Per chi si trova in visita in Romagna, non dovrebbe mancare una visita alla cittadina di Santarcangelo di Romagna in provincia di Rimini. Qui, appena all'inizio del suo borgo antico in pieno centro storico in Via Della Costa 11 c'è un museo molto particolare, Il Museo Del Bottone: mettete da parte ogni scetticismo, quello che vi aspetta è una visita molto particolare, non un museo di moda, ma una linea temporale che nello specifico attraversa grazie alle storie raccontate dai bottoni la storia socio politica italiana tra Regno, Fascismo e Repubblica: il bottone è stato in tutti i luoghi del mondo: nei palazzi, ove si decidevano i destini dei popoli; nelle carceri, ove si martoriavano i detenuti. il bottone è in grado di raccontare la storia del mondo. Qui i bottoni diventano 'pietre miliari' parlanti, bottoni che meglio delle monete o dei francobolli commemorativi riescono a cogliere lo spirito del tempo, l'abbondanza e l'austerity, gli stili, gli approcci sociologici e i cambiamenti sul filo della contemporaneità: dai mutamenti dei bottoni delle ferrovie dello stato, ad una miriade di bottoni curiosi: quelli con l'alfabeto serviti a Maria Montessori per far imparare a leggere i suoi studenti, i bottoni futuristi o quelli in forma di rebus, piccoli capolavori dipinti a mano, bottoni utilitari, di ostentazione, di gossip, di superstizione... Il Museo dei Bottoni è l'unico al mondo di questo settore, al fianco della sezione sulla storia del Novecento ci sono anche curiosità su scorci italiani e internazionali sui bottoni dal '600 all'800 con sezioni specifiche su materiali e curiosità.
Il direttore del museo è Giorgio Gallavotti: è stato per una vita commerciante di bottoni per tradizione nel negozio aperto da suo padre a Santarcangelo nel 1929 poi chiuso nel 2002. Giorgio insieme a sua moglie Giulia vi guida con la sua torcetta e il suo piglio da umanista nel farvi scoprire tutti i dettagli del museo di bottoni facendovi notare curiosità e minuzie passando da un bottone disegnato da Picasso al truce bottone blu cobalto di Boemia proveniente dai Campi di Birkenau, passando dalla regina Maria Antonietta ai tempi di Tangentopoli.
Avrete da scoprire più di 10.500 bottoni tutti ordinati in teche tematiche allestite dal Signor Giorgio.
Nella visita non mancano le piccole scoperte: all'interno del museo c'è uno degli ipogei visitabili di Santarcangelo e in fatto di pietre miliari, magari il signor Giorgio vi mostrerà frammenti del Muro di Berlino che ha portato via con se in un suo viaggio del 1989 in Germania e non mancherà un piccolo ristoro con un bicchiere di Sangiovese e qualche dolcino oltre ad una sezione shop dove poter comprare, in sottoscrizione per l’ associazione, bottoni e le pubblicazioni di Giorgio Gallavotti sul museo.
L'ingresso al museo è gratuito, tappa obbligata nei piccoli tesori di Santarcangelo, il Signor Giorgio - classe 1935 - è un libro aperto, un' enciclopedia vivente della Storia e un portavoce di tutte le 'biografie' dei suoi bottoni. Ve ne do un piccolo assaggio attraverso un'intervista che mi ha concesso.
L'INTERVISTA
   1. Bottoni utilitari, bottoni di ostentazione, di comunicazione, di gossip, di superstizione...oltre 8.000 bottoni per raccontare la storia del mondo attraverso una raccolta di pregio che va dal 1600 ad oggi attraverso le tappe della storia, dalla Rivoluzione Francese, a Tangentopoli, dalle divise ai bottoni regionali ed etnici. C'è qualcosa di numismatico in una collezione del genere, al pari di una collezione di francobolli o di monete. Come si costruisce un museo del genere...non sono bottoni comuni a raccontare la storia, come vengono scelti i bottoni che fanno parte di questo museo?
 R.   La differenza fra collezioni di monete e di francobolli e quella del Museo del Bottone è enorme, anche se alla fine commemorano tutte e tre gli avvenimenti sociali. Quelle delle monete e dei francobolli vengono decise da un comitato istituito specificatamente dall’ alto per quella funzione. Sono commemorazione e avvenimenti anche di diversi secoli prima. Quelle dei bottoni avvengono da uno stilista del popolo, quasi immediate all’evento. Perché quando succedono degli avvenimenti importanti, di qualunque genere e tipo, nella società, che colpisce, che fa discutere la gente, lo stilista del popolo mette la simbologia di quell’ avvenimento su un bottone che diventa una pietra miliare della nostra storia e testimone dell’ avvenimento. Quella dei bottoni è la storia reale, non manipolata a seconda di la scrive, raccontata dal popolo. I bottoni (8.000 circa) della storia del 1900, oltre a raccontare tutti assieme la storia in generale, hanno tante facce di lettura, praticamente di settore.
* Si può scegliere la storia di costume e di moda. La Trasformazione dei modelli, dei colori e gli stili delle varie epoche
* Quella degli avvenimenti che hanno cambiato il mondo. I bottoni di questo settore sono tantissimi.
* Il percorso delle due grandi guerre mondiali.
* Il percorso delle dittature del 1900 con i bottoni dei vari regimi: nazismo, fascismo, comunismo di Cuba, Urss, Yugoslavia.
* L’emancipazione femminile che parte da Clemente XIV (Papa, santarcangiolese, 1769-1774) agli anni 1970, a cui si può legare anche il bottone virtuale: quello della seduzione e della provocazione. Qui parte tutto un nuovo filone che vede bottoni anche di gossip, ostentazione, comunicazione, erotico, rebus, da lutto (non il classico da asola della giacca), ecc. ……. !
* Altri percorsi minori: la telefonia in Italia; le ferrovie italiani; le scoperte in generale, le olimpiadi moderne ecc.
La scelta di questi bottoni è abbastanza facile in quanto la simbologia spesso non ammette dubbi sul riferimento. Altri sono simbolici e tocca al collezionista curatore interpretare la simbologia. In questo caso bisogna conoscere bene la storia ed avere la sensibilità di cogliere il significa di quel simbolo. Anche quelli con la simbologia facile da interpretare, conoscendo la storia possono raccontare tanti episodi. E di questi bottoni ve ne sono diversi: Monaco 1972, le olimpiadi ma anche… ; La corazzata tedesca Bismarck, con quattro episodi da raccontare; La 2° guerra mondiale e….; mi fermo qui. I bottoni antichi, non si scelgono, si racconta di che materiali sono fatti e poi in base all’epoca della creazione dei bottoni e della simbologia si trova la storia del perché, in quel momento, venivano creati bottoni di quel tipo e per chi e per che cosa.
    2. Caro Giorgio, la passione per la costruzione di un museo come questo nasce dall'esperienza del negozio di bottoni di famiglia a Santarcangelo di Romagna chiuso nel 2002 e alla grande passione e sensibilità per i viaggi e la storia... un mix che ha contribuito alla nascita di questo museo. Cosa dire di più?
   R.  Si può dire che tutto non nasce per caso. Mio padre ha aperto una bottega di abbigliamento e merceria nel 1929. Prima faceva l’ ambulante. Ha rilevato un vecchio Bazar, che era chiuso da vent’ anni. Dentro di tutto e di più, anche una parete di bottoni fine 1800 primi 1900. Avendo venduto bottoni fino al 2002 si può ben dire che abbiamo attraversato tutto il secolo del 1900. Una volta non si buttava via nulla e le rimanenze si mettevano vicino alle altre. Negli anni 1980, per una scommessa, ho iniziato a creare il Museo del Bottoni pensando alla moda. Qui ho avuto l’incontro fra i bottoni e la storia. Io sono un amante della storia e quando cucivo sui cartoni i bottoni vedevo che avevano dei simboli o erano fatti in maniera figurativa, che mi ricordavano eventi storici. Una notte pensando a quanto stavo facendo mi è venuta l’imput: i bottoni erano in grado di raccontare la storia. Una scoperta eccezionale perché nessuno ha mai pensato di raccontare la storia del mondo attraverso i bottoni. Avevo ragione e i fatti me lo dimostrano con il grande successo del Museo. A tutt’ oggi oltre 140.000 visitatori, in quattro anni, da tutti i cinque continenti del mondo. IL BOTTONE COME INCONTRO FRA LE CULTURE DEL MONDO.
Indubbiamente i viaggi hanno contribuito a farmi conoscere da vicino i popoli e la loro storia, attraverso i loro Musei, i loro costumi e il contatto della gente. Viaggiate gente, meno cose inutile, ma conoscere il mondo. No quello delle agenzie commerciali di viaggio.
MURO DI BERLINO caduto il 09-11-1989
   3. Ci sono due 'chicche' in questo luogo singolare: una grotta tufacea municipale e due frammenti del muro di Berlino, raccontaci...
   R. A dire il vero di grotte ve ne sono due, una è nascosta dal tappeto. Non è illuminata, è più grande di quella visitabile, ha degli scalini molto alti. Durante il fronte nella seconda guerra mondiale in quella grotta sono stati nascosti dei piloti inglesi, non conosco a fondo la storia. L’altra quella visitabile viene sempre adoperata per allestire iniziative particolari per raccogliere soldi che vengono devoluti per beneficienza. Esempio presepe, i 150 anni di unità d’Italia o mostre di ceramiche ecc. Qui si potrebbe raccontare tutta la storia del perché a Santarcangelo vi sono 150 grotte per 5 km. Sarebbe anche suggestivo e interessante ma occorre troppo tempo. La rimandiamo per un’altra volta.
Il Muro di Berlino. Quando tutti i giorni nel novembre del 1989 la TV faceva vedere che i tedeschi abbattevano quel muro, mi è venuta una voglia matta di essere lì. Ho detto a mia moglie, domattina, 20-11-89 alle cinque partiamo per Berlino. E’ stato un viaggio faticoso ma entusiasmante attraverso quel corridoio della parte est dove si poteva arrivare a Berlino. Vi era una dogana immensa, ma vuota tutti potevano passare. Siamo arrivati a Berlino alle 22,30 di sera. Abbiamo dormito nel famoso Berlin nella Berlino est. La mattina dopo con un taxi ci siamo fatti portare anche dove buttavano giù quel muro. Abbiamo comperato tre pezzi grandi, due sono al museo insieme alle monete del ex DDR. Ancora due giorni uno per la Berlino ovest e l’altro per la Berlino est esperienza indimenticabile, vicino alla porta di Brandeburgo vi erano le tombe e le croci di quelli che non ce l’hanno fatta ad attraversare quella barriera. Sei mesi dopo ero ancora a Berlino, ma le tombe e le croci erano sparite.
    4. Che questo museo sia diventato di rilievo culturale non c'è dubbio: lo testimonia una mostra itinerante al museo Macro di Roma, varie tesi di laurea dedicate e la tua lezione all'Università di Rimini...Ripercorriamo queste tappe...
   R. Bisogna dire subito che la mostra al Macro di Roma è saltata. Avevo fatto 8 meravigliosi manifesti, alcuni li potete vedere sul blog I bottoni al museo o su  facebook. 
Lo sponsor si è ritirato e quindi non vi sono più le condizioni economiche per la manifestazione. Pazienza noi andiamo avanti. Le tappe che hanno portato al successo. Il Museo aveva le potenzialità di successo sin dalle prime mostre estemporanee, alto gradimento dei visitatori. Questo però non basta, ci vogliono sempre alcune cose: le persone giuste nel momento giusto, un po’ di fortuna e un contenitore che può attirare la gente “ le storie della nostra vita“ con un oggetto particolare che di solito non si da nessuna importanza. Nei primi due mesi del 2008 ero in mostra con una piccola parte del mio Museo, in un locale piccolissimo, all’ufficio Iat di Santarcangelo. Arriva il Prof. Marini della Università della Moda di Rimini. Mi chiede se poteva mandare delle ragazze per fare un sito web sui luoghi della creatività. Io accetto. Arriva la fine di febbraio ed io stavo smontando quando arriva il presidente della Pro Loco e mi dice che se volevo potevo stare ancora 15 giorni perché la saletta non l’aveva richiesta nessuno. Grande fortuna perché l’otto marzo arrivano le ragazze della università. Interviste, foto racconti, storie ecc. Nasce il sito web Attaccar bottoni molto più moderno del mio molto vecchio e mai aggiornato. Una ragazza Ilaria Picardi ha continuato ad aggiornarlo. Il 10-05-2005 apertura fissa del Museo con grande interesse dei mass media e di pubblico. Ilaria ha aperto anche facebook. Attraverso facebook vi è stato il contatto con una giornalista cinese e l’articolo che parla del Museo sul Global Times di Pechino ripreso anche dal Museo Nazionale Cinese.
Ancora protagonista Ilaria insieme a Chiara Marziani mi hanno organizzato una lezione all' Università della Moda di Rimini sulla storia del 1900 raccontata dai bottoni. Ancora Ilaria e Chiara Marziani al secondo convegno dei Piccoli Musei a Battaglia Terme Pd sono state le relatrici al primo punto dell’ ordine del giorno della seconda sessione: Il bottone all’attacco una buona prassi di gestione di un piccolo Museo. Ecco il Museo è diventato una icona dei piccoli Musei. Al terzo convegno dei Piccoli Musei io stesso andrò a raccontare ad Amalfi il Museo. Da ricordare che il 04-03-2011 Linus e Savino nella loro trasmissione “dj chiama Italia” hanno citato il Museo del Bottone come uno dei più caratteristici del Mondo. Poi vi sono le tesi, i mass media video e cartacei italiani, internet hanno fatto si che il Museo sia ormai conosciuto a livello nazionale con grandi risvolti a livello internazionale.
   5. Il Museo del Bottone fa parte del circuito Musei di Qualità dell'Emilia Romagna e di tanti piccoli circuiti come Musei Insoliti, che impatto ha avuto e come è stato accolto da Santarcagelo di Romagna?
   R. I cittadini di Santarcangelo sono contentissimi del Museo e dei suoi successi. Lo dimostrano continuamente quando mi incontrano, portando amici e parenti sempre al Museo ed interessandosi di quanto succede attorno ad esso. A livello istituzionale, pur dandomi un piccolo contributo per 6 mesi di affitto all’ anno, i rapporti sono un po’ freddini, cordialità ma nulla di più. Avrebbe bisogno molto di più, non i soldi, ma quell’interessamento che porterebbe veramente il Museo ai massimi livelli. Ho suggerito anche cosa.
   6. Nel frattempo, con altri collezionisti di bottoni è stato creato il C.I.B. (Collezionisti Italiani Bottoni) e i contatti con altri collezionisti di bottoni è diventato più frequente. Quanto è grande questo fenomeno?
   R. Il CIB purtroppo è finito nel 2003/04 non ci si riunisce più. I rapporti fra alcuni di noi sono rimasti molto soddisfacenti. Ci sentiamo spesso. Ognuno cura la propria nicchia di collezione soprattutto solo quelli antichi e raramente fanno mostre. I collezionisti di bottoni sono numerosi più di quanto si possa immaginare, come detto sono di nicchia.
   7. Il Museo del bottone di Santarcangelo è l'unico al mondo in questo settore, l'ingresso è libero e gratuito, ma cosa si può fare per sostenerlo più concretamente?
   R. Qui vengono le dolenti note. Non tanto per la gestione corrente di questi anni, ma per il futuro è necessario che si inizi al più presto istruire delle persone adatte, appassionate e di cultura che possano gestire il Museo. Il Museo del Bottone non può esser visto nel modo classico dei Musei. Questo è un Museo che va raccontato e la guida deve interagire con il visitatore. Sono le storie che affascinano il visitatore e i bottoni sono i testimoni di queste nostre storie. L’unica è uno sponsor a livello nazionale  che lavora anche a livello mondiale. Avrebbe contatti anche con tanta parte del mondo. Pensa che sul registro delle firme vi sono 112 nazioni diverse e gli USA sono stati contati per una nazione. Per questo sponsor si dovrebbero mobilitare le istituzione.
   8. Per chiudere un piccolo biglietto da visita, dai bottoni tricolore, al bottone disegnato da Picasso, dai bottoni rebus ai bottoni ventaglio, fino al drammatico bottone ritrovato a Birkenau...c'è per Giorgio Gallavotti un bottone preferito e uno tanto desiderato che non è ancora al museo?
   R. Il mio bottone preferito è quello che ricorda la distensione nel mondo negli anni 1970. Era finita la guerra fredda ed era iniziata la distensione. Questo bottone ha le sigle delle due potenze mondiali di allora USA e URSS, un grande messaggio di pace e di fratellanza fra i popoli. Attualmente non ho il desiderio di possedere un bottone particolare. Se mi costringi a citarne qualcuno, sarebbero quelli riguardante i personaggi della Rivoluzione Francese, Robespierre, Marat, Danton o di Giovanna D’Arco
   9. Quanto ai turisti e ai curiosi, quale potrebbero essere i buoni motivi per venire a Santarcangelo a visitare questo piccolo scrigno?
   R. Sono venuti a veder il Museo appositamente da molti parti del Mondo. Alcuni sono collezionisti o amanti del bottone, altri perché sono stati sollecitati da chi lo ha visitato o dalla sua notorietà. Io credo che la curiosità attorno a questo soggetto sia l’attrattiva migliore. Cosa può mai dire un bottone? Perché ha tantissimi visitatori? Questi due punti sono la molla che stimola la gente a venire al Museo. Quando poi hanno visitato il Museo capiscono che il bottone è in grado di raccontare la storia dell’umanità. E’ stato in tutti i luoghi del mondo. Nei palazzi dove di decidevano i destini dei popoli e nelle carceri dove venivano martoriati i detenuti.

Giorgio Gallavotti
Santarcangelo maggio 2012
INFO  Museo del Bottone, Via della Costa 11 - Santarcangelo di Romagna
Contatti: 339 34 83 150 – 0541 624 270
Ingresso gratuito con guida gratuita.

7 commenti:

  1. La curiosità....SALE!
    :0))

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  2. Ieri all'incontro tra blogger ho scoperto un gioiello sorprendente pieno di meraviglie: il "Museo del Bottone"
    Eppure abito così vicina a Santarcangelo, come potevo non essermi accorta di una tale meraviglia?
    Grazie Giorgio per la passione che metti nel tuo fantastico lavoro e per come riesci a comunicarlo agli altri!
    Il passaparola a tutte le persone che conosco sarà la prima cosa che farò per omaggiare un posto così bello e ringraziarvi per la vostra generosità!
    Ciao!
    Cristina

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    1. Grazie Cristina sono tanti che abitano vicino e non conoscono il Museo del Bottone. Però una volta conosciuto gli rimane nel cuore e nella mente: dei piccoli oggeti di uso quotidiano sono pietre miliari della storia ?, fantastico. Ieri è stato bello trovarci insieme in molti e passare diverse ore a parlare fra di noi, lasciando fuori le nostre preocupazioni sugli avvenimenti drammatici di questi giorni.
      L' amicizia è bella e bisogna coltivarla, magari anch con un piccolo messaggio. Io sono stato molto contento dell' evento. Ti aspetto al Museo magari per raccontarti tante altre storie.

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  3. Buongiorno Giorgio.E' stato incredibile vedere con quanta passione ci hai fatto la storia del bottone, dei bottoni splendidi e unici esposti al museo. Grazie molte per tutto.
    Ambra
    P.S. - Intanto mi può indicare il nome della ragazza che ci ha accompagnato nella visita a Santarcangelo? Sto preparando il post riferito alla visita e ci servirebbe anche il suo nome. Grazie.
    assoblog@gmail.com

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    1. Ciao Ambra, ieri nonostante i fatti drammatici che ci circondano abbiamo passato una bella giornata. Ho risposto per e.mail alla tua domada. Ti ringrazio per la tua collaborazione preziosa e per la riuscita dell ' incontro. Tutti hanno espresso giudizi positivi.
      Ciao spero a presto.

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  4. Giorgio il museo è veramente meraviglioso, lei ci ha ricevuto e spiegato con speciale dedizione l'storia raccontata attraverso i bottini come ha sottolineato molto bene.

    È stato molto bello vedervi ieri e condividere uno splendido incontro.

    L’amicizia è uno dei sentimenti più belli da vivere perché dà ricchezza, emozioni, complicità e perché è assolutamente gratuita.
    Ad un tratto ci si vede, ci si sceglie, si costruisce una sorta di intimità; si può camminare accanto e crescere insieme pur percorrendo strade differenti, pur essendo distanti…

    Susanna Tamaro, Cara Mathilda
    Fare amicizia è un bene. Avere un’amicizia è un dono. Essere un amico è un Onore! ♥

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    1. Bellissima descrizione dell' amicizia. Descrive i sentimenti che ieri ho provato e che porto nel mio cuore. L' amicizia è un bene che bisogna coltivare con il rispetto e la comprensione degli altri.
      L' amicizia porta ad una conoscenza dell' essere umano nelle sue sfacettature e ci arricchise di umanità e ci fa veder il mondo con occhi diversi

      * “Se possiamo sentire la nostra positività, la nostra fragilità e la nostra tenerezza, il mondo ci apparirà tenero. Se sentiamo la nostra durezza e la nostra rigidità, saremo sempre in lotta con il mondo”.
      Psicologo Daniele Canini”

      Grazie per la partecipazione e spero un arrivederci presto.

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