giovedì 3 maggio 2012

Manifesto 2

Manifesto n. 2
In alto a sinistra il quadro che ricorda il Congresso del PSI del 1987 a Rimini.
Craxi ha fatto le cose in grande. Erano presenti al congresso oltre 100 delegazioni straniere. Ha chiamato Trussardi per fare le divise alle hostess. Trussardi ha fatto la giacca e la gonna blu con la camicia bianca.
La giacca aveva quattro bottoni con il nuovo stemma del partito: il GAROFANO. Il bottone in metallo e smalto è venuto a costare molto agli italiani. Lo smalto ha una tecnica di lavorazione molto elaborata. Lo smalto è un liquido che si deve mettere nella sede esatta e poi cotto. Noi italiani naturalmente abbiamo pagato senza battere ciglio.
Alla fine del congresso Trussardi ha ritirato tutte le divise. Non le ha lasciate alle hostess, costavano più della paga. Una hostess, non indaghiamo chi e perché, si è tenuta la divisa e pochi giorni dopo è venuta in negozio dicendomi: “io non mi arrischio andare in giro con i bottoni del PSI, facciamo cambio?“
Abbiamo fatto cambio gli ho fatto scegliere i bottoni che voleva. Ora 3  bottoni sono nel Museo testimoni di quell’evento, di un episodio di quel partito e un episodio di vita italiana.
Il quarto è stato dato ad un grande collezionista mondiale. Il giorno dell’inaugurazione del Museo 10-05-2008, questo signore si è presentato con bottoni 1700-1800 e anche con il bottone disegnato da pablo Picasso per Coco Chanel negli anni 1920
In alto a destra un quadro molto particolare. Ricorda la fine della guerra fredda e l’inizio della distensione. Siamo negli anni 1970, noi in Italia avevamo il grosso problema delle brigate rosse.
Non racconto tutto quello che è successo in quei 10 anni. Vi dico solo: abbiamo avuto 3000 gambizzati e 150 morti fra cui Aldo Moro, Presidente della DC, e la sua scorta; si sono succedute al governo 13 presidenze diverse; il settimanale Bild tedesco sulla copertina della rivista aveva messo l’Italia, lo stivale verde-bianco-rosso, con un piatto di spaghetti e la P38, la pistola dei brigatisti. Bellissima pubblicità per il turismo in Italia, in quel periodo era molto gettonata dai tedeschi. 
Per fortuna nel mondo vi era il rovescio del BOTTONE.  Dopo la Rivoluzione russa del 1917, per la prima volta  un Presidente americano, Nixon, nel 1972 è andato a Mosca  e nel 1975 nello spazio vi è stata l’unione fra i satelliti americano e  russo. Era finita la guerra fredda ed era iniziata la distensione.
Uno stilista ha voluto ricordare l’evento con il bottone con la simbologia delle due potenze mondiali di allora. UN GRANDE MESSAGGIO DI PACE E DI FRATELLANZA FRA I POPOLI.
Il bottone è stato  comperato ad un mercatino negli anni 1980 e pagato 100 lire. Era in una ciottola fra 70/80 bottoni. Questo bottone è il mio preferito su tutti. La pace nel mondo, fra tutti i popoli del mondo, è la cosa più importante a cui tutti doppiamo aspirare e lottare per ottenerla.
Al centro a sinistra bottoni giapponesi del 1600.
1° Su  ebano, avorio con corniola, lavorata a buccia d’arancia e strati di madreperla per il drago.
2° Strati di madreperla per le colombe su avorio.
Al centro a destra il quadro con il bottone disegnato da Pablo Picasso per Coco Chanel negli anni 1920. Il bottone è una maiolica a due colori blu e oro. Raffigura un cavallo stilizzato con la testa rivolta verso destra. 
Pablo Picasso e Coco Chanel lavoravano assieme, negli anni 1920, a quelle mega riviste cabaret. Era lo spettacolo più bello del mondo, assieme alle opere teatrali. Lui faceva le scenografie e lei faceva quei mezzi vestiti pieni di piume e di paillettes.
Il quadro in basso con la figura di Meucci l’inventore del telefono e due bottoni: uno con le due cornette contrapposte e l’altro con la scritta STIPEL  (Società Telefonica Piemonte e Lombardia)
Dal 1919 è in uso in Italia il telefono con i numeri a disco: ciò significa che in alcuni distretti si poteva già chiamare  da casa a casa senza passare attraverso il centralino e dire: “sig.na mi dia il n.ro …“
Clamoroso questo fatto di poter parlare senza intermediari, attraverso il telefono. Uno stilista ha  creato  un bottone con le due cornette contrapposte, che diventa pietra miliare della nostra storia e testimone dell’evento. Pensate che per telefonare dalla propria casa in tutta Italia si è dovuto attendere ancora più di 32 anni, dopo il 1951, quando la SIP ha iniziato a collegare le regioni poco alla volta, il collegamento è finito negli anni 1960.
L’altro bottone è del personale della società STIPEL una delle quattro società che si occupavano della telefonia all’ inizio del 1900. In Emilia-Romagna vi era la TIMO
La prima linea, fatta nel 1919 dalla STIPEL,  la società più importante, è stata quella di un km unendo i telefoni di due enti statali: il Comune di Milano con i Pompieri. Nel 1923, sempre la STIPEL  ha inaugurato, la prima della grande ragnatela di 35 km, che poi pian piano ha imbrigliato tutta l’Italia,  collegando Milano ai Laghi. Dalla propria casa si poteva telefonare direttamente ad un’ altra casa, però solo fra i numeri che andavano dal 15.000 al 15.999, per gli altri bisognava sempre chiamare il centralino. Poi queste quattro società si sono fuse ed hanno creato la Sip che ora trasformata  ha preso il nome di Telecom.
La storia del bottone con la bandiera americana in smalto su madreperla, sarà oggetto di un altro post con un altro manifesto.

6 commenti:

  1. Davvero sono "pagine" di storia questi piccoli oggettini...secondo me nessuno lo sospetta!!!
    Ho aggiunto questo blog nella lista dei presenti al raduno blogger del 20 maggio....CHE BELLO!!!

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    1. Sempre attenta e g3eniale. Grazie
      Dopo mangiato ti faccio un e.mail.
      Giorgio

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  2. io adoro l'oriente e trovo stupendo il bottone con il drago, che poi è il mio segno zodiacale cinese...come lo vorrei eheheeh^_^
    sono una tua nuova sostenitrice del tuo blog, spero che passerai a trovarmi e diventerai un mio amico^^ basta che clicchi su segui questo sito e non ci si perde + di vista nella vasta rete dei blogger, ti aspetto e ti auguro buona giornata a presto.

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    1. Ciao Anna prima di guardare il tuo sito ti ringrazio del tuo passaggio sul mio blog. Al Museo vi sono moltissimi bottoni con il drago, forse ne avrei qualcuno doppio. Il drago è segno di forza, potenza e potere, molti casati dei nobili di tutta Europa lo avevano sullo stemma della loro famiglia.
      Ti aspetto al Museo e rimarrai sopresa di quanto è interessante la sua visita. Ciao. Giorgio Gallavotti

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  3. Grazie Giorgio. Estremamente interessanti queste pillole di storia in un bottone.
    Mi auguro di poterne ascoltare altre dalla tua viva voce, domenica prossima.
    Ciao.

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  4. Non avere dubbi ti racconterò tante cose.
    Ti aspetto. Ciao

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