martedì 5 novembre 2013

MUSICA, MOZART, PAPI E I BOTTONI .... AL MUSEO

La religione cattolica è ben presente al Museo del Bottone e parte addirittura dal  Concilio di Trento iniziato nel 1545 e terminato nel 1563. Diciotto anni per descrivere le regole generali sul comportamento spirituale e materiale della gerarchia ecclesiastica. Fino ad allora vi era un bel po’ di anarchia. Pensate che un Papa è stato eletto per ben tre volte: Benedetto IX, (1012 - forse 1055 o 1056), fu Papa dal 01/01/1033 al 13/01/1045, poi una seconda volta dal 10/03/1045 al 01/05/1045 ed una terza volta dal 08/11/1047 al 17/07/1048.
Il quel concilio di Trento fu ufficialmente introdotta la talare per il clero, non si sa però da quando hanno iniziato ad avere i bottoni di seta pura ricamati a mano senza metallo, presenti al Museo. Il bianco da Papa, il rosso chiaro da Cardinale, il rosso scuro da Vescovo ed il nero del povero Prete. All’inizio il numero era tassativamente di 33 (gli anni di Cristo ). 
Il Vescovo Mons. Lambiasi con il parroco di Santarcangelo don Giancarlo è venuto al Museo nella primavera del 2012. Dopo aver parlato sui vari Papi, io ho voluto contare i bottoni della sua talare, erano 24. “Ora sono cuciti più radi” l’affermazione del Vescovo. I Papi ed i cardinali ancora hanno i 33 canonici confermato dai titolari della LAVS (Laboratorio Atelier Vesti Sacre) di Santarcangelo, che creano le vesti per le alte gerarchie ecclesiastiche, compresi gli ultimi Papi.
Dal 1500 passiamo al 1700 dove incontriamo Papa Clemente XIV  nato a Santarcangelo 31/10/1705 morto a Castel Gandolfo 22/09/1774. La sua elezione si è giocata sulla questione dell’Ordine dei Gesuiti.
Questione ricordata  dai mass media di tutto il mondo con l’elezione, il 13/03/2013, di Papa Francesco, in quanto è stato i nostro Papa ad abolire l’Ordine dei Gesuiti nel 1773, lo stesso ordine di Papa Francesco. 
L'emblema dell'Ordine dei Gesuiti: un disco raggiante e fiammeggiante caricato dalle lettere IHS, il monogramma di Cristo. La lettera H è sormontata da una croce; in punta, in basso i tre chiodi della Passione. 
"Il conclave del 1769 che seguì alla morte di Clemente XIII, iniziato il 15 febbraio, fu il più contrastato in almeno due secoli di storia. La questione di fondo era l’Ordine dei Gesuiti, il cui destino sembrava in bilico. Le potenze cattoliche erano compatte nell’esigere che non venisse eletto un amico della Compagnia di Gesù. I Reali della famiglia dei Borboni pretendevano addirittura che i candidati si impegnassero in maniera vincolante a sopprimerne l’Ordine. Dopo ben tre mesi e 179 votazioni, il 19 maggio 1769, la scelta cadde su Ganganelli, non tanto perché nemico dichiarato dei Gesuiti, quanto perché era il meno inviso alle varie fazioni contrapposte. Egli si era rifiutato di impegnarsi per iscritto sulla questione."
L’Ordine dei Gesuiti fu abolito da vari paesi europei nella seconda metà del XVIII secolo, conseguentemente, per ragioni diplomatiche l'ordine venne soppresso e dissolto anche da papa Clemente XIV nel 1773 (l’Ordine sopravvisse però nella Bielorussia poiché la zarina Caterina II rifiutò l'exequatur al decreto papale di soppressione e anche Federico II non volle consentire la soppressione delle case gesuite nei territori cattolici del regno di Prussia);  l’ ordine dei Gesuiti venne ricostituito da papa Pio VII nel 1814. 
Ganganelli, eletto Papa col nome di Clemente XIV, come abbiamo visto nel 1769, nella settimana Santa del 1770,  aveva in Vaticano un ospite particolare: il giovane quattordicenne Mozart con suo padre. In quella settimana nella Cappella Sistina al mattino presto ed al buio si suonava il Miserere di Allegri. Quella musica in quel contesto era talmente perfetta, che una Bolla Papale, vietava di suonarla fuori dalla Cappella Sistina ed era vietato  esportare lo spartito, pena la scomunica.
Mozart, un grande genio della musica, rientrato nelle sue stanze ha scritto a memoria tutto lo spartito. Chi era con lui ha avvisato il Papa che aveva commesso il reato di scomunica. Il nostro Papa invece di scomunicarlo, lo ha ricevuto in udienza privata e lo ha premiato con la più alta onorificenza di allora “ Lo Speron d’Oro “
Colgo l'occasione per sottolineare che il nostro Papa è stato un riformatore della chiesa ed un grande amante delle arti, di tutte le arti, fra tante iniziative che ha portato a termine:
* Ha abolito il decreto che vietava alle donne di recitare a teatro. Prima azione di parità sociale fra uomo e donna, atto clamoroso, considerati i tempi, fatto da un Papa. Orgoglio romagnolo, ma soprattutto santarcangiolese.
* Ha fondato il Museo Pio-Clementino riunendo le opere d’arte che si trovavano nelle varie chiese. Il nome del Museo è di due Papi perché Clemente XIV è morto e il Museo è stato inaugurato dal suo successore Pio VI di Cesena.
* L'ultimo suo atto ufficiale fu la promulgazione dell'Anno Santo per il 1775, che sarà celebrato da Pio VI.
I suoi concittadini di Santarcangelo di Romagna eressero in suo onore un suggestivo arco, iniziato nell'anno della sua elezione e terminato nel 1777.
La morte di Clemente XIV avvenuta il 22/09/1774 ha lasciato un’ ombra di mistero, in quanto si dice avvenuta per avvelenamento. 
Immagine presa da qui
La tomba monumentale di Clemente XIV nella Basilica in Roma dei 12 Apostoli è stata realizzata in tre anni dal Canova, a cui il nostro Papa aveva commissionato diversi lavori.
Il Canova per realizzare quell’ opera ha adoperato un nuovo strumento di lavoro, il trapano a mano.
Lavorando con questo strumento, spingendolo col corpo, si è incrinato alcune costole che poi sono state la concausa della sua morte. 
Dal 1700 passiamo a cavallo del 1800/1900 dove incontriamo un altro Papa, italiano, dal 1963-1978, Paolo VI , (Concesio, 1897 – Castel Gandolfo, 6 agosto 1978) della famiglia dei Montini. 
Paolo VI è presente al Museo su un quadro con un bottone d’ argento, del 1850 circa, della famiglia dei Montini. I membri della famiglia dei Montini non hanno mai messo quel bottone, perché era della servitù della famiglia. I nobili dal 1300 circa al 1850 circa avevano la servitù con la livrea. I bottoni avevano lo stemma della famiglia. Più bottoni aveva il servo e più alto era nel grado della servitù. Più ricco era il casato e più nobile poteva essere il materiale.
I bottoni da livrea hanno tutti uno stemma con una corona sovrapposta. Quando qualcuno bussava a palazzo ed il servo andava ad aprire, dal numero delle punte della corona, chi entrava capiva con chi aveva a che fare.
La corona ha nove punte è da Conte (il casato dei Montini), sette da Barone, cinque da Duca ecc. Meno punte avevano più vicino il casato è al Re. Questi bottoni si chiamano di comunicazione. Al Museo numerosi bottoni per raccontare interamente anche questa storia.
Chiudiamo questo post con un bottone del 1600 o 1700 con uno stemma raffigurante la croce ebraica. 
Il bottone in argento ha un grande giro di madreperla sull’esterno con undici gruppi di strass azzurri tre a tre, vicino ad un altro giro di madreperla seghettata, più piccolo all’interno dieci pietre dure nere, manca l’undicesima alle ore 11 circa. All’interno di questi due giri di madreperla undici zaffiri bianchi contornati da una catena d’oro. All’interno del giro di madreperla piccolo un grande lapislazzuli  con una catena oro che ha un disegno scomposto, ma che sicuramente era una croce ebraica. Al centro uno zaffiro bianco.
Naturalmente i bottoni con segni religiosi non sono solo questi esposti.  
Nel trafiletto pubblicato è stato commesso un errore. Il Miserere non è stato suonato da Mozart, ma solo ascoltato, come scritto in questo post.
Si ricorda che in occasione della fiera di S.Martino, nei giorni 09 e 10 nov.  alle ore 10:00, alle 15:00 e alle 17:00 al Museo del Bottone vi sarà un racconto, più dettagliato di quello scritto nel post,  fra  Musica, Mozart e Papi, in onore dei 200 anni dalla nascita di Giuseppe Verdi.
Un’occasione per conoscere la nostra storia in generale, ma anche parte di quella santarcangiolese.
Vi aspetto, ingresso e guida gratuiti, tutti giorni dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 12:00 e pomeriggio dalle 15:00 alle 18:00. Lunedì 11 novembre il Museo sarà aperto con orari più flessibili.
Santarcangelo novembre 2013    

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