lunedì 21 ottobre 2013

FRUTTI. MATERIALE NATURALE PER BOTTONI

La prima parte di questo  racconto è un racconto fotografico con una lettera divisa in due e due fotografie riguardante l ‘oggetto tramutato in bottone. Ho voluto di proposito inserire la lettera originale in quanto è la dimostrazione come la gente vuol far crescere il Museo del Bottone. 
La lettera dopo la visita al Museo del Bottone.
Frutto del noce nero con il mallo.
La ricerca del noce nero da parte del sig. Mario Busato Baone Padova: il donatore che ringraziamo di cuore  pubblicamente. 
Il frutto diviso solo  a metà senza fare null’altro all’infuori  dei fori:  il bottone. Siccome non è il solo frutto con cui si sono e si fanno i bottoni ve ne descrivo altri. 
Iniziamo dalla noce di cocco. Si possono fare bottone dal guscio sia dalla parte esterna sia dalla parte interna. Foto sopra il grande guscio e sotto i bottoni fatti col frutto trattati chimicamente per la conservazione del manufatto. 
In prima riga, nel quadro al centro l’interno della noce, ai lati esterno della noce  rifinito, mentre nella seconda riga  esterno grezzo con il pelo. 
Questa è una noce tropicale compatta al suo interno. Si possono fare le rondelle, che sono opache, per creare bottoni. 
I  bottoni creati dalle su dette rondelle. Sono lucidi perché sono stati messi in una lavatrice speciale per la molatura dei bottoni ed a seconda il materiale che si mette, il bottone può venire fuori opaco – lucido – semilucido – graffiato e via di seguito. 
Questo è un frutto di una palma dell’ Amazzonia che in loco lo chiamano tagua. Nel campo dei bottoni si chiama corozo.  
Le caratteristiche e le sostanze chimiche di questo seme sono le stesse dell’avorio dell’elefante. Si chiama avorio vegetale o avorio naturale. Negli anni 1840, quando le navi si trovavano nel Pacifico ed erano semivuote, avevano bisogno di zavorra. Si fermavano in Ecuador e comperavano questo frutto. Lo vendevano perché è pesante, legnoso ed incommestibile, assolutamente inutile in Ecuador
Una volta arrivati in patria lo gettavano a mare o sul molo. Dovevano liberare la nave per ricaricare e partire. Sul Molo di Amburgo negli anni 1840 ve ne era una grande quantità, che non è passata inosservata, era lì anche gratuitamente. Qualcuno ha capito che si potevano fare bottoni su scala industriale ed è nata l’industria del bottone. Noi negli anni 1870 nella valle del fiume sull’Oglio, nella seconda metà del 1800 vi erano circa 400 fabbriche. Si è iniziato a fare bottoni con i semi di questo frutto, ma abbiamo inventato subito le macchine più precise e più veloci di quelle dei tedeschi e siamo diventati subito leader nel campo della produzioni di bottoni. Ancora oggi si fanno bottoni con questo materiale. Se comperate un capo pregiato da uomo dentro trovate l’etichetta “Bottoni in corozo“.
Ancora oggi nella produzioni di bottoni di qualità, di tutti i tipi, siamo i leader in campo mondiale.
Tutto quanto è visibile al museo e vi sarà sempre una guida che vi spiegherà tutto.

Giorgio Gallavotti

Nessun commento:

Posta un commento

Attaccate il vostro bottone: