lunedì 14 ottobre 2013

Seconda puntata: I bottoni al Museo il Museo nel mondo

I giorni scorsi vi ho presentato una seria di bottoni da varie parti del Mondo. Vi dico subito che sono una piccola parte di quelli in mostra al Museo, le nazioni presenti sono tantissime.
Possiamo iniziare dalle Isole Orcadi a nord dell’ Inghilterra, con bottoni in ceramica dipinti a mano con la spiaggia ed il mare. Bottoni anni 1980 etnici, commerciali per turisti. Portati al Museo da mio figlio.
Questi sono della Lituania, all’estremo nord in ambra e corno di cervo, tagliato a fetta di salame, con il midollo trattato in modo che sia solido. Bottoni anni 2000 probabilmente etnici, per  turisti anche se l’ambra è una pietra dura. Inviati da una visitatrice.
Dall’estremo nord all’estremo sud, il Sud Africa, in ceramica opaca con casette con la finestra aperta per cucirlo al vestito o maglietta. Bottoni anni 2000 etnici per turisti. Donati da turisti olandesi che hanno la seconda casa in Sud Africa. Hanno visto il Museo e quando sono ritornati sono ripassati per consegnare i bottoni
Questi sono gli ultimi arrivati dalla Danimarca. Bottoni in lega metallica degli anni 1950. Il primo è da divisa delle poste, il secondo della polizia di stato. Dono di Ilse Christensen 08/10/13.
Ora andiamo all’estremo oriente, in Giappone. Bottone SatSuma in porcellana con pittura raffinatissima ed anche con oro zecchino. SatSuma era un deserto giapponese. Sono state scoperte delle miniere di caolino, pasta adatta per fare maioliche, è diventata la maiolica più famosa al mondo perché nei loro colori mettono sempre la polvere d’ oro. Il soggetto del bottone ricorda il pittore Hokusai (葛飾北斎) 1760 – 1849, matto per la pittura.
Immagine presa da qui
Nei suoi quadri metteva sempre il Monte Fuji come sfondo, ma già nel 1700 disegnava l’onda dello tsunami, che noi abbiamo imparato a conoscere  nel 2004 
Etichetta del casato di Charles Parker & C° Londra su una elegante cofanetto di quattro bottoni. Bottone, Inghilterra,del 1700 del casato Parcher in metallo, smalto e al centro il famoso chiodo in “cut steel“. Il cut steel è una tecnica di lavorazione caratteristica del 1700, che si usava nei bottoni. Consiste nel martellare a mano la testa di un chiodo, in acciaio e carbonio, fino a quando prende la forma del diamante. Lucidato innumerevoli volte e poi inserito in un foro sul bottone e rivettato al rovescio. Questo chiodo quando non era ossidato poteva sembrare un diamante. Come ho scritto siamo nel 1700, il secolo dei lumi, l’ illuminismo. Tutto doveva brillare non solo la mente, ma anche le cose materiali 
Bottoni, Francia,  fine 1800 primi 1900 in seta pura creati interamente  a mano. Paul Poiret (Parigi 1879 – Parigi 1944) è stato uno stilista francese. È considerato il primo creatore di moda in senso moderno. Questo tipo di bottone era molto usato dallo stilista. 
Con i bottoni chiudiamo con quelli del Sud America il Venezuela. Bottoni anni 1980 in poliestere, smalto, passamaneria e perle. Vi è anche la cartina originale della ditta che vendeva quel tipo di bottoni  
Chiudiamo questo post con il botto, anche se non è una chicca di bottone. Siamo sbarcati anche in Brasile, così rimaniamo in Sud America. Su una rivista brasiliana due pagine intere su Santarcangelo fra cui le chicche santarcangiolesi: il mangano del 1633, il Museo del Bottone, il paesaggio e fra l’ altro l’ enogastronomia.
Vi saranno altre puntate sui bottoni stranieri al Museo del Bottone. Intanto vi dico che le nazioni straniere presenti al Museo sono 126 e gli USA sono stati contati per una nazione. Vi sono rappresentati tutti i continenti, nord e sud compresa l’Oceania, con le Filippine e l’ Indonesia.
Arrivederci alla prossima puntata.
Giorgio Gallavotti 339 3483150  giorgio35@teletu.it

2 commenti:

  1. Molto affascinante la storia dei bottoni. =)
    Daniela

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Daniela, hai scritto < molto affascinante la storia dei bottoni >, come avrai letto è talmente affascinante che abbiamo conqustato il mondo. Prima o poi dovresti fare un giro a Santarcangelo e rimarrai stupita dal vecchio borgo, ma anche dai tantissimi racconti dei bottoni che sono racconti della nostra storia vissuta. Il viaggio vale veramente il Museo. Ciao dico a .... presto ?
      Grazie per il tuo commento.

      Elimina

Attaccate il vostro bottone: