lunedì 27 gennaio 2014

27/01/2014 Giornata della memoria

Il Museo del Bottone di Santarcangelo ha tantissimi reperti che sono testimoni di avvenimenti che hanno cambiato la storia del mondo.
In occasione della giornata della memoria il Museo mette in primo piano un bottone che è stato trovato a Birkenau, nel campo di concentramento in Polonia, a tre km da Auschwitz. Il campo di Birkenau è lungo poco meno di tre km e largo due km. 
Per “la risoluzione finale del problema ebraico“ in quel campo vi erano quattro camere a gas e quattro forni crematori. Solo in quel campo, è il caso di dire, si sono volatilizzati 1.100.000 internati. Quando i tedeschi hanno capito che non potevano più difendere quelle posizioni, stavano per arrivare i russi, hanno dato fuoco a tutto, comprese le baracche. Dovevano eliminare il più possibile le prove del loro tremendo misfatto. I polacchi hanno lasciato, giustamente, ancora oggi il campo come lo hanno lasciato i tedeschi nel 1945. I deportati arrivavo sul posto dopo che il treno, entrato nel campo, percorreva ancora due km, ove dovevano scendere. Il viaggio era finito.  Lì vi era tutto quanto necessario per la risoluzione finale. La visita al campo parte dalla porta di entrata, e si fanno a piedi i due km lungo i binari avendo sia a destra sia a sinistra un km di baracche bruciate.
Un mio carissimo amico, non posso fare il nome, con la sua ragazza, all’inizio di novembre 2012 è stato a Birkenau. Visitando il campo, non hanno fatto il percorso turistico, si sono inoltrati fra le baracche bruciate. Visitando una baracca, sotto ad un cumolo di sabbia, vi era un'anfora rotta, che aveva disperso parte del suo contenuto. Vi era anche un bottone, che ha preso e me lo ha consegnato. Il bottone è di vetro, probabilmente di Boemia, convesso lavorato da una greca, di un bellissimo blu chiaro. La greca era decorata in oro e smalto bianco. Da una parte si nota che il vetro era diventato molle dal fuoco e poi si è indurito. In quel momento la decorazione di oro e smalto è evaporata. Ve ne sono rimaste diverse tracce, che evidenziano bene la natura del decoro. Negli anni 1930 erano i ricchi europei che portavano i bottoni in vetro con smalto e oro. Si presume che quel bottone fosse appartenuto ad una ricca ebrea.
Al Museo vi sono due bottoni in vetro e oro di quell’epoca. Nella didascalia del quadro esposto, ho scritto il commento del bottone, che lui mi ha suggerito: spero che nessun altro bottone al mondo debba vedere quello che ho visto io.

1 commento:

  1. Un bottone che racconta una triste storia. Formidabili questi ricordi e grandissima la sua raccolta che fa memoria anche attraverso i bottoni. Cordiali saluti

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