giovedì 17 luglio 2014

DIAMANTE BLU E LA COMUNICAZIONE DEI BOTTONI

In questo post presento due personaggi di cui ho già scritto, ma sotto un altro punto di vista, ed uno strano bottone a rebus. Si affronta  il problema della comunicazione senza compromettersi troppo. Il bottone è sempre stato, generalmente, nella parte anteriore all’abito e quando qualcuno voleva far sapere una cosa e non la poteva dire, faceva parlare i bottoni. 
Da Wikipedia  < “Luigi XIV (  1638-1715 ) è incoronato Re di Francia il 7 giugno 1654 a Reims, ma lascia il governo al Cardinale Mazzarino, che è il suo primo ministro. Luigi XIV continua la sua formazione militare presso Turenne. Mazzarino muore nella notte tra l’8 e il 9 marzo 1661 e il giovane Re di 23 anni dichiara ai suoi ministri: “Il cardinale Mazzarino è morto, Signori Ministri, vi rivolgerete a me d’ora in avanti. Voglio in futuro governare da solo il mio regno. Non voglio affatto il Primo Ministro, mi servirò di coloro che hanno delle cariche per agire sotto di me secondo le loro funzioni e se succederà, d’avere bisogno dei vostri consigli, ve lo chiederò”. Nasce il “Re Sole”. Luigi XIV scelse come emblema il Sole perché è l’astro che dà la vita a tutte le cose ma è anche Apollo, il dio della Pace e delle Arti. Nel castello di Versailles si troveranno numerose allusioni a questo dio della mitologia greca. “ >
Ed è proprio vestito da “Sole” che il monarca apparirà ad una festa a Corte, ma anche quando faceva i ricevimenti di Stato a Versailles. Siamo alla fine del 1600 e primi 1700,  Luigi XIV aveva una veste con 816 bottoni in pietre dure, ma 1826 bottoni in diamanti, la sua pietra preferita. Questi diamanti non erano piccoli sassolini ma erano con tanti carati fra cui uno di un colore di profondo blu, il più grande dell’epoca. Lui non ha mai detto sono il Re Sole, ma la simbologia che ha scelto unitamente ai diamanti, che lo facevano splendere come un sole hanno parlato per lui. Ancora Wikipedia <Una sola parola potrebbe qualificare Luigi XIV: “Grandeur”. Tutta la sua vita sarà volta alla preoccupazione di apparire, questa preoccupazione di maestosità per la sua persona, per la sua Corte e per la Francia.> 
Il diamante blu: l’originale diamante, ora con il nome Hope, fu acquistato da Luigi XIV nel 1688 da un mercante francese, Jean-Baptiste Tavernier.
Luigi XIV fece tagliare il diamante a forma di cuore per donarlo a Madame de Montespan, una delle sue amanti preferite.Luigi XIV ne ridusse così i carati a 67,5 dagli originari 112,5. Dopo la Rivoluzione Francese il diamante di 67,5 carati fu messo all’ asta a Londra nel 1830, ma i suoi carati ora sono 45,5. Misteriosa coincidenza perché nello stesso anno appare in Europa anche il diamante Wittelsbach. Scoperta curiosa, ma interessante. Quello di 44,5 carati venne acquistato dal banchiere Henry Thomas Hope per la bellezza di diciottomila sterline e da quel momento in avanti venne battezzalo "diamante Hope". Quello a cuore di 31 carati, è chiamato Wittelsbach, il cognome della famiglia della principessa Sissi. Questo diamante è stato acquistato, l’ultima volta nel 2008 da un anonimo, con grande polemica degli austriaci. L’acquirente lo ha imprestato al Museo di Storia Naturale di Washington,   dove c’è anche quello con il nome di Hope, che ha cambiato proprietà diverse volte, che è stato regalato al Museo. Studi e ricerche particolareggiate sulle 2 pietre hanno dimostrato che all'inizio facevano parte di un unico diamante. Divisi successivamente per evitare che i celebri diamanti fossero riconosciuti. 
Curiosa la storia di questo bottone a rebus. Un nobile era riuscito a conquistare una nobil donna di alto lignaggio. A suo parere non vi era nessuna soddisfazione personale se non lo sapeva nessuno.
Un giorno si presenta ad un ricevimento in un palazzo con 30/40 bottoni  con la simbologia del rebus. Subito i conviviali vedendo questi strani bottoni cominciano ad indagare per capire che cosa rappresentavano. Si scopre che è un bottone rebus ma qualcuno trova la sua soluzione. Il bottone, in madreperla del 1700, è  francese, non appartiene al Museo del Bottone, ha quattro lettere che vogliono dire ELLA HA CEDE’. Subito fra i conviviali parte il gossip. Chi è? Dove? Quando? Perché? Ecc. A questo punto iniziano gli indizi
(qualcuno ha visto quel nobile a parlare con la nobildonna, un secondo lo ha visto in un altro contesto, ecc ). Con tutti gli  indizi riuniti alla fine si scopre chi è la nobildonna. Lui però non aveva detto nulla.
La foto del Bottone dalla rivista “ Il Bottone ed. ASC Edizioni Milano n. 8  Autunno-inverno 1996/97”
Altro storia quella di  Francesco I° ( 1494-1547) Re di Francia si era fatto fare una veste di velluto nero con 13.600 bottoni d’oro. Doveva ricevere un Sultano e doveva far vedere che lui era il più ricco dei due.
Francesco I° non poteva dire al Sultano io sono più ricco di te. Non gli avrebbe creduto in nessun modo.
I bottoni hanno parlato per lui ed anche in questo caso sono stati i bottoni parlare
Questo bottone con l’immagine di Francesco I° è degli anni 1970 in ottone. Le immagini, sempre postume alla loro vita, dei personaggi storici più famosi, sono sempre stati impressi sui bottoni in tutte le epoche. Al Museo potete ammirare tre bottoni con l’immagine di  Maria Antonietta del 1800, Lorenzo il Magnifico  bottone 1600, Mozart 1800, Maria Luisa d’Austria, addirittura quattro bottoni con D’Artagnan. Questi sono i nomi più  noti ma ve ne sono tanti altri. Questo è l’invito di venire a parlare con questi personaggi  che vi raccontano le loro storie, ma anche di ascoltare quelle in cui noi stiamo vivendo.
Ed ora BUONE VACANZE A TUTTI. Siete in Romagna?  Se fate una visita al Museo del Bottone, sicuramente non vi pentirete. Orario estivo dal martedì alla domenica: 10-12 / 15.30-16.30 / 21-23.30 il lunedì 21-23.30
Giorgio Gallavotti - Claudia Protti

2 commenti:

  1. Complimenti, molto interessante ed esaustivo. Almeno per chi ama davvero i bottoni come me! Grazie per questo blog anche pieno di spunti per l'utilizzo dei bottoni
    Bianca

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    Risposte
    1. Grazie per i complimenti. Le storie sul blog dove i bottoni sono i protagonisti sono molto interessanti, ma sentirle dal vivo al Museo del Bottone è tutta un'altra cosa. Approfitta delle vacanze per un giro in Romagna e a Santarcangelo trovi il Museo. Un carissimo saluto.

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