In questo post cerco di spiegare qual è il rapporto fra nobili, bottoni e società dal 1300 al 1850 circa.
Ci dobbiamo dimenticare del nostro tipo di abbigliamento ed immergerci nella loro realtà che era nettamente diversa dalla nostra. Iniziamo dai bottoni araldici
Questo bottone apparteneva alla famiglia Montini che ci ha dato come Papa Paolo VI. E’ un bottone in argento del 1850 circa. Questo bottone i membri della famiglia Montini non lo hanno mai portato. E’ uno dei tanti bottoni che la servitù dei Montini aveva sulla livrea .
La corona del casato Montini ha nove punte. L’araldica ci dice che il casato dei Montini è un casato da CONTE. I nobili, dal 1300 al 1850 circa, avevano la servitù con la livrea con i bottoni dello stemma della famiglia, i famosi bottoni araldici. Più ricco era il casato più nobile poteva essere il materiale del bottone. Al Museo vi sono tantissimi bottoni dei servi dei nobili dei numerosi ed infiniti casati nobiliari europei.
Ecco alcuni bottoni dei casati dei nobili.
Questo bottone dei primi 1800 è di lega metallica ed ha nove punte, la prima, l’ultima e quella centrale più alta: l’araldica ci dice che il casato è da MARCHESE.
Questo bottone è lega metallica fine 1700/1800 con sette punte: l’araldica ci dice che il casato è da BARONE.
Questo bottone in ottone 1700 con cinque punte è del casato da DUCA. Gli stemmi meno punte hanno e più vicino il casato è al Re. Quando sono poche le punte si possono allargare a foglia e inserire quelle cosine che loro hanno: diamanti, zaffiri, pietre dure ecc.
I primi due rappresentano lo stemma reale della Svezia: le tre corone, dal 1364 quando la Svezia aveva sotto di se la Finlandia e il Meclemburgo (in realtà era un Ducato). Sono databili primi 1800. Il terzo è lo stemma della Regina Elisabetta II d’Inghilterra. Il bottone è dell’esercito inglese nella seconda guerra mondiale, databile anni 1940.
La firma ufficiale del casato con la corona a nove punte è il bottone in lega metallica circa primi 1800 dei servi del PRINCIPE.
La firma ufficiale del casato con la corona da Re è il bottone dei servi della Corona.
In questo caso il materiale come minimo doveva essere d’argento. Anche questo bottone è dei primi 1800.
Ancora bottoni araldici. Quello al centro è la croce di Malta in argento su ottone epoca 1850. A che cosa servivano questi bottoni? Quando qualcuno suonava a palazzo e il servo più bottoni aveva e più alto era nel grado della servitù, andava ad aprire, dall’araldica dei bottoni della livrea, chi entrava capiva subito il casato della famiglia. Questi bottoni si chiamano bottoni di comunicazione.
Questo bottone è d’ argento ed ha un sol levante. Le journal de Paris de la mode e de femme del 6 febbraio del 1806 scrive. E’ un sol levante che si vede disegnato sui bottoni di un giovane uomo di bon ton. I bottoni non potevano essere meno di 5-6 dozzine sul gilet, sulle ghette e sulle culottes.
Da quanto letto salta fuori che erano gli uomini dal 1300 a metà del 1800, che portavano i bottoni e anche molti, in questo caso una settantina. Era la media dei bottoni che i nobili portavo: dai 50 ai 150-200 bottoni.
Questi bottoni a parte 7-8, dipendeva dal taglio della veste, servivano per allacciare, gli altri erano per ostentare la ricchezza, la potenza ed il potere. Erano fatti dai migliori maestri artigiani con materiali nobili.
I bottoni hanno tutti un anellino sotto per cucirli. Venivano messi sul gilet, sulle ghette, sulle culottes, sul bordi delle giacche, delle maniche ma anche su dei grandi mantelli.
Facevano delle asole su delle lunghe passamanerie in base all’anellino del bottone, la distanza derivava dalla grandezza del bottone. Gli anellini venivano inserite in queste asole in lunghe file e poi fermati con un filo di ferro. Essendo preziosi si potevano spostare da un abito ad un altro molto facilmente. Da cucire erano solo quelli da allacciare la veste. Le donne portavano i veri gioielli e i lacci per allacciare le vesti.
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Francesco I |
Le eccezioni esagerate. Pensate a Francesco 1° Re di Francia dal 1515 al 1547 si era fatto fare una veste di velluto nero con 13.600 bottoni d’oro. I bottoni li aveva fatti Jack Polin, orafo di corte, ma anche il migliore di Parigi. Il Re doveva ricevere un Sultano e doveva far vedere che fra i due era il più ricco.
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LUIGI XIV |
Invece il famoso Re Sole Luigi XIV Re di Francia dal 1643 al 1715, quando faceva le riunioni di governo a Versailles aveva una veste con 816 bottoni in pietre dure, ma anche 1826 bottoni in diamanti perché era la sua pietra preferita. Aveva speso la modica cifra di 14 milioni di franchi d’oro di allora.
La conclusione di questo post ci può portare ad un giudizio non troppo favorevole per questi personaggi se pensiamo che il popolo moriva di fame e di stenti.
Anche qui, però c’è il rovescio del bottone. Allora andava di moda così e nessuno ci poteva far niente.
Questi nobili facevano a gara a chi era più ricco. Noi ora quando giriamo l'Europa troviamo in ogni angolo tantissima arte: palazzi reali, castelli, immensi musei ecc. che questi nobili ci hanno lasciato, testimoni di quel lusso, ma con tantissime meraviglie artistiche uniche ed impagabili e forse anche inimmaginabili che degli uomini abbiano creato cose così fantastiche.
Alcuni esempi: Luigi XIV ha speso 14 milioni di franchi d’oro per un pugno di bottoni, ma ci ha lasciato
Versailles. Così se i Papi non pagavano Michelangelo o il Bernini non potremmo ora ammirare quelle meraviglie che questi artisti ci hanno lasciato: le più famose
La Cappella Sistina ed il Colonnato del Vaticano.
Così come per tutte le altre bellezze che andiamo ad ammirare: il
palazzo d’inverno di S. Pietroburgo e la residenza estiva oltre il circolo polare artico dei Romanov, l’Hermitage, oppure il Louvre di Parigi solo per nominarne qualcuno.
Ogni frutto “aveva“ la sua stagione e quella era l’epoca della ostentazione personale che si manifestava anche attraverso l'abbigliamento e di conseguenza anche attraverso i bottoni.
Giorgio Gallavotti
Tel: 339 3483150
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