Bottone in avorio Netzukè prima parte del 1900 per kimono, tunica liscia con fusciacca senza tasche. Indubbiamente la simbologia sembra purtroppo propria adatta ai nostri tempi. Dietro ha il ponte per essere cucito alla fusciacca sul fianco. I giapponesi avevano il borsello di cuoio munito di corda per chiuderlo. Si passava il capo della corda sotto la fusciacca e dall’alto verso il basso si ancoravano il borsello al bottone.. Così avevano le mani libere ed il malloppo assicurato. Dono di
Vetulia Strona Marina Monte Marciano Ancona
Bottoni epoca 2014 Austria. Sono tutti creati a mano con filo ago con uno o due anelli per supporto. Dono della ditta MTS Eckmann Hinterbuùhl Austria
Nel 1800 e primi 1900 vi era il colletto della camicia rigido, si chiamava solino con due asole. Per chiuderlo vi erano dei bottoni particolari. Quei bottoni potevano essere anche molto preziosi, in oro, con diamantino, in madreperla, corno ecc., oppure personalizzati con le iniziali di chi li indossava. Erano i nobili ed i ricchi che portavano quel capo sempre bianco immacolato ed inamidato. Dono di Bordolani Mariavittoria, Mariano Comense, Como
Ecco lo stemma dei Savoia bottone di metallo argentato primi 1900. Questi bottoni generalmente venivano adoperati nelle cerimonie ufficiali. Dono di Maestri Giulia una santarcangiolese che vive a Firenze
Sinceramente quando a metà dicembre del 2014 Daniele di Villa Verucchio, RN mi ha messo in mano questo bottone, non credevo ai miei occhi. Non avrei mai e poi mai immaginato di trovarmi fra le mani quel bottone. E’ stato sottoterra per più di 100 anni e trovato con il metal detector. Il bottone fine 1800 primi 1900 è di lega metallica con la simbologia di un giocatore di calcio con il pallone ai piedi. Pensate che con poche squadre a cavallo fra 1800-1900 di calcio ProVercelli Genoa Torino Juventus Lazio Milan il gioco del calcio attirava già tanta gente, fra cui anche uno stilista di bottoni. Incredibile ma vero. Dono di Amadei Daniee Villa Verucchio, RN
Questi sono della stessa epoca di quello del giocatore. Sono stati su uno o due abiti poi messi in quella scatola che le nostre nonne riempivano di bottoni, quando il vestito non era più buono. Sono arrivati al Museo praticamente perfetti con la loro cornice in rame finemente lavorati su supporto in lega metallica con al centro la madreperla.
Anche questi sono fine 1800 primissimi 1900 sono tutti ricamati a mano con al centro un ricamo con filo dorato. Sono piccolissimi di 5-6 millimetri. Lo stile è di quello di Poiret stilista francese fine 1800 primi 1900, che ha lanciato la moda dei piccolissimi bottoni in seta pura tutti fatti a mano.
Bottoni in vetro con strass centrale degli anni 1920. Celluloide. Bottoni anni 1930-1940 in celluloide materiale molto adoperato in quel periodo fino alla seconda guerra mondiale. Poi non è stato più utilizzato perché molto infiammabile.
L’ultimo è il bottone che più bottone di così non potrebbe essere. E’ in galalite a due colori con la scritta in colore oro ORDINE DEGLI ATTACCABOTTONI con due rami di olivo. E’ in galalite degli anni 1950.
I bottoni sono arrivati a centinaia se non a migliaia. Pensate che nel 2008 quando ho aperto il Museo in mostra erano 8.500, ora sono più di 12.000 arrivati da tutto il mondo, che saranno l’oggetto del prossimo post. Un accenno ? I bottoni della Guardia Reale a cavallo della Corona del Belgio, un bottone dal Tibet che raffigura il disegno del cuscino di Budda, bottoni dal Nepal, bottoni dall’ Australia. o Indonesia.
Come sempre il Museo vi aspetta con visita e guida gratuita dalle 10-12 e 15-18 orario invernale dal martedì alla domenica. Nei giorni festivi e il lunedì solo su appuntamento.
Giorgio Gallavotti- Claudia Protti
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