Volevo visitare il museo già tempo fa, ma l’ultima volta che ero stata a Santarcangelo l’avevo trovato chiuso, e mi ero ripromessa di tornare. È stata quindi una delle prime cose che ho fatto la volta successiva: sono passata dal Museo, arrampicandomi per le scalette che portano nel cuore del centro storico del borgo, e mi sono affacciata: il signor Gallavotti era lì, con un bel sorriso accogliente che spalanca le braccia ai visitatori-ospiti che passano di qui, semplici curiosi o viaggiatori consapevoli che mangiano cultura a tutti i pasti.
Gli ho raccontato quanto scritto sopra, aggiungendo che avrei voluto intervistarlo: non ha aspettato un secondo ad accettare, con cordiale piacere.
Gli ho raccontato quanto scritto sopra, aggiungendo che avrei voluto intervistarlo: non ha aspettato un secondo ad accettare, con cordiale piacere.
Giorgio Gallavotti offre una visita guidata da lui stesso: in tre quarti d’ora circa, veniamo traghettati in un avvincente viaggio nella geografia e nella storia. Il cantastorie è lui, Giorgio, un appassionato cantore della vita, nei suoi piccoli importanti dettagli che si offrono come spicchi di specchio nei quali ritrovare, ognuno di noi, il suo riflesso nel volto dell’umanità collettiva.
Fra i tanti, facciamo conoscenza con:
- Il bottone che è stato nello spazio: Gallavotti mostra le cartoline inviategli dagli astronauti Parmitano e Cristoforetti, che recano sul retro un bottone che ha passeggiato con loro nello spazio.
- I bottoni delle divise delle hostess Alitalia. I bottoni del Tao, i bottoni con la foglia d’acero canadese.
- Il bottone disegnato da Picasso per Coco Chanel negli anni ’20.
- Un bellissimo piccolo bottone dell’800 finemente rifinito, quasi come un dipinto fiammingo: un gatto davanti a uno specchio, ai suoi piedi un pavimento di parquet con venature lignee; una finestra con una tendina merlettata, incastonata in una parete rivestita con una tappezzeria fiorata con due tipi di fiori. Non manca nemmeno il battiscopa!
- I raffinatissimi bottoni giapponesi dal design “insuperabile”.
- I raffinatissimi bottoni giapponesi dal design “insuperabile”.
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Apprendiamo che:
- Nel mondo antico bottoni sono preziosi, hanno valore economico.
- Nel mondo antico erano gli uomini, a portare i bottoni (molti: da 50 a 200 bottoni): più ne avevano, più ostentavano potere. Francesco I Re di Francia nella prima parte del XVI secolo fece cucire 13600 bottoni d’oro sulla sua veste per l’incontro con il sultano; i bottoni parlavano per lui, per far passare il messaggio “sono il più ricco”.
- Nel mondo antico erano gli uomini, a portare i bottoni (molti: da 50 a 200 bottoni): più ne avevano, più ostentavano potere. Francesco I Re di Francia nella prima parte del XVI secolo fece cucire 13600 bottoni d’oro sulla sua veste per l’incontro con il sultano; i bottoni parlavano per lui, per far passare il messaggio “sono il più ricco”.
- Il caso più eclatante di ostentazione di bottoni è quello di Luigi XIV, meglio conosciuto come “Re Sole”: vissuto fra la fine del 1600 e i primi del 1700 a Versailles, per i grandi ricevimenti di stato indossava vesti ricoperte di 816 bottoni in pietra dura e 1826 bottoni in diamanti (la sua pietra preferita); nella Sala degli Specchi risplendeva davvero come il sole.
Giorgio Gallavotti è ormai un personaggio noto: hanno scritto di lui giornali nazionali e internazionali, ha tenuto convegni, lezioni e conferenze dal nord al sud dell’Italia, e addirittura una lezione all’Università della Moda di Rimini nel maggio 2011, dove ha affrontato la storia del ‘900, in ambito sociale, politico, del costume e della moda. attraverso la simbologia del bottone.
Racconta con un sorriso colmo dell’ironia che lo contraddistingue, che alla riunione dell’Associazione Nazionale Piccoli Musei ha concluso il suo discorso con una brillante battuta a tema: “scusate se vi ho attaccato un bottone”.
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Giorgio Gallavotti racconta con un gusto contagioso, come l’appetito: ci invita a una tavola imbandita da lui stesso, una volta seduti alla quale è impossibile non “favorire”.
Cosa ho imparato dall'incontro con Giorgio Gallavotti:
La Passione è contagiosa. Quella con la maiuscola, quella che funge da energetico naturale della sveglia mattutina, quella che ci fa parlare come un mare in tempesta, e ci rende luminosi. Quando poi incontra un animo semplice e generoso, dà vita a qualcosa che rende indelebile il ricordo di un incontro umano
“Il bottone è il confine immaginario e fisico fra il mondo esteriore e il mondo interiore"
(Giorgio Gallavotti)
Pubblicato da Gaia Gulizia
Per leggere l'articolo integrale clicca qui: Il Museo del Bottone di Santarcangelo di Romagna - Incontro spumeggiante con Giorgio Gallavotti
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